RADIO LENDINARA
Lendinara – sede in via (o vicolo) Da Dei Carrara
piazza del Risorgimento, 11 – 102 – 89.500 Mhz
Un gruppo di giovani frequentanti la “piazza” lendinarese fondarono, nel 1976, Radio Polesana Lendinara 102 MHz, che successivamente variò il nome in Radio Lendinara con ben due frequenze 102 e 89.5 MHz. Radio Lendinara, fu attiva tra il 1976 ed il 1981 con un ripetitore a Monte Cero. Nel 1977, da Radio Lendinara, con l’avvio di una televisione, cambiò nome in ATR1, perché si collegò ad ATR di Rovigo, ma fu un apparentamento quasi inesistente. Ha scritto Ennio Bellucco: “Tra il 1976 e il 1981 Lendinara ebbe una propria radio. Il monopolio della Rai cominciava a scricchiolare e le radio e tv private stavano nascendo un po’ dappertutto, sia pure in una giungla di frequenze e di normative. Anche a Lendinara se ne parlava, tra una chiacchiera e l’altra, e un giorno e un giorno un gruppo di amici decise di passare all’azione. L’idea nacque nella sala del Bar Torre, gestito allora da Enrico Scaranaro, da alcuni giovani che frequentavano quotidianamente il locale. Il gruppo era composto, tra gli altri, da Renato Scaranaro, Franco Gasparetto, Alvise Bassi, Narciso Panella, Paolo Tavian, Daziale Rainerio e Sandro Ruggin. Ognuno dei promotori versò una quota, trovarono alcuni sponsor e riuscirono a partire, con tanto entusiasmo e non poche difficoltà. La prima sede fu in via Varliero, dove si gettarono le basi per iniziare l’attività, poco tempo dopo Radio Lendinara traslocò in Cortazza, dove cominciarono effettivamente le trasmissioni, e nell’ultima fase la sede fu infine spostata in via Garibaldi, all’angolo con vicolo Da Carrara. Nel corso dell’attività l’attrezzatura era migliorata rispetto al debutto, e nell’ultima sede lo studio era stato sistemato con attrezzature moderne e razionali. Per l’impiantistica ci si rivolgeva ad Adriano Bedon mentre Bassi era il tecnico grazie ai suoi studi di radiotecnica e Nerino Bolognesi si prestava per i lavori in muratura. Si cominciò con un’antenna collocata sul campanile del duomo di Santa Sofia, da cui partiva il trasmettitore. Presto però furono trovati i mezzi per installare un ripetitore (un’antenna da 300 watt) sul monte Cero, sui colli Euganei, dove già esistevano numerosi altri ripetitori. Non mancavano i periodici guasti, per i quali i tecnici del gruppo dovevano partire, anche alle 3 di notte, per raggiungere il monte Cero e sistemare l’intoppo. Problemi tecnici e problemi di rispetto della legge erano all’ordine del giorno, e per i primi ci si arrangiava con mezzi artigianali creati sul momento con tanta fantasia e buona volontà. Nei primissimi momenti di attività della radio, ad esempio, un’auto girava per tutta Lendinara con l’antenna fuori dal finestrino per verificare dove e come si riceveva e vedere se il segnale arrivasse ovunque. Una questione fondamentale fu quella di poter continuare le trasmissioni di notte senza l’intervento umano, perché ogni interruzione avrebbe potuto consentire a qualcuno di appropriarsi della frequenza. L’iniziativa ebbe da subito un grande seguito. Al nucleo iniziale si unirono presto molti altri entusiasti collaboratori: Mara Calovini era presentatrice, Narciso Panella faceva il personaggio dialettale di Coco, Vittorio Borghetti curava il programma “Ciao notte”, molto seguito. Di quest’ultimo molti ricordano il personaggio radiofonico di Nello Manga o Manga Nello (al secolo Alvise Bassi), che intavolava discussioni infuocate con il conduttore Borghetti, noto nostalgico del ventennio. Altri fan e collaboratori si aggiunsero al nucleo iniziale col passare del tempo. Due serate settimanali erano riservate al gruppo locale The Mister Sound, altre erano dedicate ai complessi allora in voga in tutto lo stivale come i Nomadi, i New Trolls e Le Orme, mentre alcuni appuntamenti serali erano riservati a dediche e quiz. Attorno all’emittente girava un folto gruppo di giovani decretando un successo inaspettato sottolineato dal continuo squillo del telefono della radio, al punto che ben presto fu necessario raddoppiare la linea. Radio Lendinara riscosse successo anche fuori paese, anche molti residenti delle località vicine come Lusia, Fratta Polesine e Villanova del Ghebbo frequentavano la sede e tutti portavano il logo dell’emittente, un picchio stilizzato, applicato sul lunotto posteriore dell’auto. Col passare del tempo le trasmissioni erano ricevute e seguite anche in un territorio molto più vasto, che comprendeva una buona parte della Romagna. Le testimonianze parlano di una stagione esaltante. Radio Lendinara era diventata una realtà di primo piano, richiestissima a livello
locale per le feste estive, le feste dell’Unità, dell’Avanti e dell’Amicizia, nonché per feste di compleanno di privati e serate varie, al punto che si rese necessario raddoppiare l’attrezzatura per poter far fronte a tutte le richieste con due team distinti. Poi il desiderio di fare anche televisione segnò nel 1980 il destino dell’emittente. Se i protagonisti di Radio Lendinara avessero seguito l’esempio di altre radio locali, Radio Lendinara avrebbe probabilmente avuto vita più lunga. L’impegno di produrre anche trasmissioni televisive si dimostrò superiore alle energie disponibili, sia finanziarie che di competenze. I mezzi finanziari necessari erano molto elevati, ma soprattutto era difficile mettersi in regola con le normative in materia, già di per sé poco chiare, in continua evoluzione e progressivamente più restrittive. In quell’ultima fase il nome della radio era stato cambiato in ATR1 perché l’emittente si era collegata all’ATR di Rovigo, ma fu un apparentamento quasi inutile. Erano frequenti i viaggi alla direzione delle Poste di Verona per cercare di capirci qualcosa, e alla fine, disamorati e delusi, i soci decisero di cessare l’attività, cedendo gli impianti radio a Radio Voce del deserto, un’emittente cattolica che in precedenza si era
appoggiata Radio Lendinara, e gli impianti tv a Telestense di Ferrara. I protagonisti di allora ricordano comunque una stagione intensa, piena di entusiasmo e vitalità, che aveva portato Lendinara ad essere al centro di un piccolo universo”. Nel 1981, un po’ delusi, i soci decisero di cessare l’attività, cedendo gli impianti radio a “Radio voce del deserto” e gli impianti tv a Telestense di Ferrara”.
In questa radio qualche amore è sbocciato, comunque i maschietti attiravano molte ragazze. Almeno un amore si è concluso col matrimonio. C’è stato anche un altro caso però che ha causato la fine di un matrimonio. per dire che questa fetta di vita è stata importante per tutti coloro che l’hanno vissuta.